28 Set 2024 |
Ho da poco seguito il webinar “Ritratti fotografici con Sony” del 25/9/2024. Era ovviamente fatto ad hoc per pubblicizzare il nuovo Sony 85 mm f/1.4 GM2, ma ho comunque cercato di andare oltre, ascoltando tutto ciò che di interessante poteva essere detto dai tre fotografi professionisti invitati.
Nell’ultima parte del webinar veniva chiesto loro di dare dei consigli o degli spunti di riflessione a chi fa ritrattistica o per chi comunque lavora con persone.
Voglio condividere con voi le risposte (non ho messo le virgolette perché potrei essermi perso qualcosa, ma in sostanza è ciò che è stato detto):
Sandra Hallnor: I think one of the biggest things for me was when I worked up the courage to actually step back to not stress when I have the subject and the model in front of me, whether it’s a child or a family or whoever I’m taking a picture of, just take a moment, take a step back, and think about the light, can I use it in a better way? The composition, everything that’s around. Because I think a lot of photographers, they feel really stressed and worried about how is the person feeling on the other side of the camera. So they shoot, shoot, shoot and they’re like they want it to be quick and they want the person to feel comfortable. But just take a few seconds and actually analyze the location, preferably before you get there, but also when you start to shoot, because sometimes the first idea isn’t the best one. So that would be my advice. Just take a moment, take a breath and look through the images.
Morten Rygaard: I would say have fun. Come out and just play around. Just don’t take the same photo; when you have taken one photo, just play around. Come up in the hide and lay on your stomach. Look at your background. It just have a really really good time and again, create a positive environment, because you will get so much more from everybody who is on the shoot when we are laughing and when we’re having a good time. Be kind to everybody, smile, respect everybody, just make this beautiful, beautiful environment when you are out shooting. Again, play around, make a lot of mistakes. Because if you are making a lot of mistakes, come home and see “how can I do it better next time”. And I remember when I was four years old, my dad gave me my first advice. He said “Morten, when you do a portrait, always get the sun shine on the nose, and after that you can always break that rule. I like that rule when you are starting out. I was four years old. So then you know the light […]. After that, he gave me a lot of more assignments, […]. After that, when you learn all the rules, composition and lighting, everything break the rules. So, have a lot of fun, come out there and play around, make a lot of mistakes, analyze and go back out the next day. The most important thing: photograph what you love and you will be really good at it.
Jana Weisbrich: In my opinion, there are two key points in portrait photography that are important aside from the technical aspects. The first is understanding the light, how to use the available light to your advantage. […] And even more important for capturing great portraits is your relationship with the person you are photographing. When they trust you and your work, and feel comfortable enough to let go, you have the possibilities to capture some authentic photos. And I think people are fundamentally different, so observe them and give them what they need in that moment. Tell them what they are doing well, so they can reflect on it. And so here’s a tip from me: if you are starting out in photography, book a mentoring season with a photographer you look up to, because you don’t have to go it alone. And I made it also in the beginning of my career as already mentioned. I think that this can significantly shorten your path to the kind of photos you want to create. And practice photographing every 3 minutes you have, wherever you want, vacation or at the home with your family. Take every opportunity to improve.
4 Mag 2024 |
La fotografia ferma il tempo, si dice. Con la sua diabolica capacità di arrestare orologi e calendari, produce un sortilegio, in cui qualcuno individua la tensione inconscia verso un’illusoria ricerca dell’immortalità.
C’è però un altro modo che la fotografia conosce per fermare il flusso del tempo: mantenere giovane chi la pratica. La fotografia è qualcosa di connesso alla curiosità, e la curiosità è a sua volta connessa alla freschezza mentale; se c’è la curiosità, dunque, anche a cent’anni si respira il profumo di giovinezza.
A ben guardare, il fotografo inossidabile è quello che passa la vita cercando di segnare il tempo, piuttosto che esserne segnato, e fermarlo è l’ultimo dei suoi pensieri.
Dal libro “DI FOTO E DI FATTO” di Leonello Bertolucci.
3 Feb 2024 |
“Tutta la parte tecnica è secondaria”.
“La fotografia non è più il compiacimento masturbatorio della macchina fotografica, […]”.
Perché il viso, il ritratto è centrale nelle tue fotografie? “non solamente è centrale, ma mi deve guardare. Perché se voi volete conoscere qualcuno, non è il vostro sguardo che guarda il qualcuno che vi farà capire la personalità della persona che guardate o fotografate, ma, se voi chiedete a quel qualcuno di guardarvi, quel momento in cui il suo sguardo vi analizzerà, voi riuscirete a capire che personalità ha”. […] “chi fotografo mi deve guardare in macchina e in quel momento lì viene fuori la sua personalità”.
“Tutto il tempo devi cercare di fare le cose anche al limite della tua comprensione, della tua capacità di limitarti“.”Se volete fare qualcosa di interessante, la cosa sarà interessante se voi sarete i primi a esserne imbarazzati, dovete avere il coraggio di mettervi in questione mentre fate la cosa, magari a cui credete però non siete sicuri del successo. Chi fa le cose sapendo di essere sicuro, la cosa non sarà mai interessante!”.
“La fotografia non morirà perché è la vera arte moderna”. […] “Non lo dico da fotografo, lo dico da fruitore di immagine. Domandatevi come mai conoscete le cose. Grazie a cosa? All’immagine.” […] “La fotografia è qui come un servizio pubblico. Mentre la pittura non lo è più. La pittura, l’arte contemporanea, è un’attività per collezionisti ricchi che si scambiano fra di loro questi pezzi costosissimi che nessuno di noi vede a meno che sia fatta una mostra pubblica o vadano a finire in un museo intelligente. Una volta la pittura non era così, affrescava le chiese e non c’erano altri posti dove tu potevi capire come eran fatte le cose. Non c’erano immagini, non c’erano giornali,… […] La chiesa ha basato il suo potere sull’immagine.
“Se l’arte non provoca è inutile farla. E’ inutile, smettete, subito. Se non provocate interesse, smettete subito”.
A un ragazzo che oggi prende uno strumento per fare fotografie, hai un consiglio da dare? “se me lo chiede gli dico, hai qualcosa da dire di interessante? […] Hai qualcosa di interessante da dire? Lo dici in modo interessante? Tutti noi non aspettiamo che ci raccontino, ci dicano, ci facciano vedere, inventino, qualcosa di interessante. Vuol dire utile, umano, socialmente utile, corretto”.
Preso da “Focus – Presente e futuro della fotografia, Oliviero Toscani”:
https://youtu.be/CrjQ_YYUJGI?si=jSsqghVEteBckz6a
16 Dic 2023 |
“Non ho tempo” è una scusa! Il tempo si trova, se si vuole…
…io ad esempio studio in ogni momento che ho libero, un viaggio in treno, una pausa pranzo, in bagno, di notte. Costantemente. Mai come in questo periodo ho sete di conoscenza, soprattutto fotografica. Più conosco e più penso di non sapere. Spesso penso sia un mondo troppo vasto, ma vado avanti!
29 Lug 2023 |
Ti sarà successo sicuramente durante un viaggio di vedere una scena che hai voluto fotografare. A me personalmente si, tante volte. Ma mi è anche successo di restare con l’amaro in bocca perché sentivo che la/le fotografia/e scattata/e avevano quel “non so che” che mancava. Sentivo che qualcosa non andava bene, sentivo che non era abbastanza potente o che tecnicamente aveva degli errori.
Spesso si rinuncia a cercare ciò che vogliamo davvero, spesso “bisogna” andare via, proseguire a camminare, spesso non siamo da soli e vogliamo rispettare le tempistiche dei nostri compagni di viaggio o siamo semplicemente in ritardo per raggiungere il posto successivo.
Ecco, il mio consiglio è quello di cercare di prendersi il proprio tempo durante un viaggio/reportage. Ci sono momenti che non si ripeteranno. Se trovate qualcosa che ha molta importanza per voi, proseguite, soffermatevi, indagate, aggiustate la composizione, l’inquadratura, osservate tutti gli elementi e i dettagli che non vi soddisfano e fate di tutto per migliorarli. Entrate in relazione con la situazione che state osservando. Se c’è qualcosa che non vi convince, perseverate, pensate che ciò che cercate arriverà. A volte non si riesce, a volte si. Ma non demordete (eventualmente nei limiti del rispetto del tuo soggetto). In fondo quello che viene dopo può aspettare, o un compagno di viaggio può attendere qualche minuto in più. Capirà la vostra passione e magari potete condividere con lui il perché di questa attesa.