[…] Alla fine, si tratta di relazioni e connessione umana. Per me è tutto negli occhi. Quello che vedo negli occhi dei miei soggetti si riflette immediatamente su di me, creando l’energia e la fiducia necessarie per creare una fotografia onesta. Gran parte del lavoro che viene svolto nella fotografia avviene al di fuori dello scatto vero e proprio di un ritratto: accade nel rapporto costruito tra me, come fotografo, e il mio soggetto. Le foto di maggior successo vengono realizzate quando c’è una profonda fiducia e onestà – quando una persona si apre all’intimità e alla vulnerabilità di essere fotografata e mi permette di esplorare un pezzo della sua anima.
C’è una consistenza e una sensualità nella fotografia stessa che credo davvero si esprima al meglio sotto forma di un libro. Proprio come lo sviluppo di una relazione richiede tempo, così anche il godimento delle pagine stampate di un libro. In un mondo moderno caratterizzato da grande velocità e costante stimolazione visiva, penso che sia diventato più importante che mai fermarsi, concentrarsi e riflettere. I libri danno alla fotografia il rispetto che merita, invitando questi momenti di pausa e riflessione.
[…] Credo ancora fortemente nel romanticismo tattile dei media stampati e sento che è importante onorare la fotografia in questo modo. Continuo a fare libri perché faccio tesoro dell’esperienza di toccare le pagine, di guardare in modo concentrato e intenzionale, e di prendere il tempo per fermarsi e lasciare che la mente vaghi e sia ispirata.
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Dall’introduzione (tradotta) di Marc Hom del suo libro Profiles.