Dopo aver visto la mostra di Ferdinando Scianna a Palazzo Reale a Milano, mi sono rimaste nel cuore queste sue frasi:

Non ho mai creduto alle specializzazioni, specialmente per un fotografo. Fotografo di moda, paesaggista, ritrattista, antropologo. Non capisco che cosa voglia dire. Un fotografo è uno che guarda cercando di vedere, il senso, la forma, le emozioni che offre il mondo. Anche le cose le guardo, le fotografo, sempre da reporter, certo non da specialista di
still life, come si dice.

Mio nonno faceva il falegname. La materia prima del suo essere artigiano era il legno. Si può dire che la materia prima di un fotografo è la luce. La luce che colpisce le cose, gli uomini nel mondo e permette al fotografo di vederlo, di leggerlo. Il fotografo legge il mondo, lo interpreta, non lo scrive. Ma la maniera in cui un fotografo legge il mondo attraverso la luce è
determinata dalla realtà in cui si è formata la sua coscienza visiva ed esistenziale. C’entra molto il luogo in cui è nato e cresciuto e anche il paesaggio estetico e psicologico che la luce determina.

Non pretendo, non lo pretendo più, di cambiare il mondo con le fotografie. Mi ostino a credere, però, che le cattive fotografie lo peggiorano.

Più che scrivere con la luce, fotografare è leggere ciò che il mondo ha scritto con la luce…

Sono più orgoglioso delle foto che amo che di quelle che faccio.

Ferdinando Scianna

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