Qualche tempo fa, curiosando tra le stories di Marco Ragaini (se non lo seguite, correte a farlo) leggo una riflessione sull’imbarazzo nel ritratto. Ne trascrivo qui alcune parti di mio interesse:

L’imbarazzo non è un ostacolo alla fotografia di ritratto, è invece una risorsa, perché è un’emozione autentica, che […] “costringe” soggetto e fotografo a un “patto di onestà” in cui entrambi si mettono in gioco cosi come sono.

Inoltre, non è vero che l’imbarazzo è solo di chi posa. In realtà anche chi fotografa prova un’emozione simile, si chiede se sarà all’altezza, se riuscirà a mettersi in sintonia con la persona che ha davanti, se troverà la strada giusta per fare le foto che vorrebbe.
L’imbarazzo quindi apre la porta alla relazione, e lo fa su un piano di autenticità. […]

Da questo spunto si potrebbero aprire tantissimi temi a mio avviso, come quello della comfort zone, dei limiti, dell’incontro, della relazione… ma non mettiamo troppa carne al fuoco. Per stasera può bastare. :)

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