3 Giu 2023 |
La fotografia è esplorazione di territori, anche nel ritratto, che è un territorio dove succedono cose o dove possiamo far succedere cose soprattutto con la luce.
[…] Alcune volte sarà più facile, altre volte sarà più difficile. […]
In questa esplorazione scopriremo luci che magari non sapevamo esistere in quel posto e questo è tutto un bagaglio di conoscenza che ci verrà sicuramente utile.
Toni Thorimbert
27 Mag 2023 |
Il titolo di questo appunto è un po’ provocatorio, ma è nato dalla lettura di un estratto del discorso “La fotografia: oggetto teorico e pratica sociale” pronunciato da Umberto Eco al XXXVIII Congresso dell’Associazione Italiana di Studi Semiotici. Lo riporto qui di seguito:
[…] ho smesso di fotografare quando ormai da almeno dieci anni avevo una macchina fotografica, nel 1961. Perché, avendo già dato la tesi di laurea sull’estetica medioevale, ma continuando sempre a essere interessato a quei secoli, nel ‘61 ho fatto un viaggio, con altri tre amici, attraverso tutte le abbazie romaniche e le cattedrali gotiche francesi. Naturalmente mi ero portato dietro una macchina fotografica e ho fotografato tutto, incessantemente. Le foto sono orribili, non mi servono e non mi sono mai servite, ho piuttosto comperato dei libri dove c’erano foto migliori, e di quel viaggio non ricordo più niente. Ero troppo occupato a fotografare e non ho guardato. Da quel giorno non ho mai più fatto fotografie in vita mia, partendo dal principio che ci sarebbe sempre stato qualcuno che le faceva al posto mio, e infatti ce ne sono sempre più di quanto desideri o abbia bisogno…
Quindi l’eccesso di possibilità fotografica può ledere la nostra memoria, perché la nostra memoria sopravvive quando, in termini fotografici, è grandangolare. Se invece andiamo in giro col telefonino per fotografare tutto quello che pare interessarci, diventa puntuale. Cioè del potenziale grandangolo che potevamo ricordare abbiamo ricordato solo quello che abbiamo scelto in quel momento e ci rimane solo quel documento lì. Anche questa riflessione mi pare profondissima ma non so a che risultati possa portare.
Evidenzio in grassetto la frase secondo me più emblematica e che mai come oggi risulta appropriata:
di quel viaggio non ricordo più niente. Ero troppo occupato a fotografare e non ho guardato.
Sicuramente si può riflettere a lungo su questo paradosso della fotografia vista come distruttrice della memoria, quando invece è riconosciuta universalmente come portatrice di memoria.
20 Mag 2023 |
I fotografi di ritratto dimenticano, nella presunzione di guardare l’altro, che sono a loro volta guardati.
Il soggetto ha già capito tutte le dinamiche dopo un’ora. E’ un punto di vista estremamente privilegiato.
Toni Thorimbert
Come sempre il grande Thorimbert con poche parole ti apre un mondo. Ti fa riflettere su un aspetto che solo apparentemente può sembrare scontato ma che di scontato non ha niente. Ti fa capire tra le altre cose, quanto in realtà può essere difficile fare il “ritrattista” e quanto la paura di essere giudicato possa prendere il sopravvento. Ecco, forse, quella dimenticanza può servire a tenere lontana la paura, ma, al contrario, può aprirti a nuove opportunità.
Appunto preso dalla diretta Instagram di Settimio Benedusi con Toni Thorimbert del 19 maggio 2023.
29 Apr 2023 |
Sarò categorico: NON chiamatelo “lente”, si dice “obiettivo“!!!!!!
Dentro l’obiettivo ci sono le “lenti” e nelle lenti non ci sono lenti :D
Questo anglicismo o inglesismo, che dir si voglia, lasciamolo perdere e chiamiamo le cose con il loro nome. Grazie.
22 Apr 2023 |
Avete portato un solo obiettivo durante una vostre uscita fotografica? Perché ne possedete uno solo o perché volevate essere il più leggeri possibile?
Non pensate subito ai limiti, non pensate a quello che vi manca, all’obiettivo che avete dimenticato o a quello che poteva essere più “giusto” in una determinata occasione. Per carità, tutti pensieri leciti, ma che non devono spaventare.
Provate a vederla diversamente: avere un solo obiettivo può aprirvi nuove opportunità! Pensate a quello che si può fare senza l’ottica che credevate essere la migliore in quel momento. Ragionerete con quello che avete a disposizione, troverete un nuovo modo per rappresentare quello che avete in testa e molto probabilmente il risultato sarà più originale e forse diverso dal “già visto” e inaspettato!
Provate anche di proposito ad uscire dalla vostra confort zone imponendovi l’uso di certe focali in contesti in cui ne utilizzereste sicuramente altre. ;)