6 Mag 2023 |
“Per un vero fotografo una storia non è un indirizzo a cui recarsi con delle macchine sofisticate e i filtri giusti. Una storia vuol dire leggere, studiare, prepararsi. Fotografare vuol dire cercare nelle cose quel che uno ha capito con la testa. La grande foto è l’immagine di un’idea. Bisogna capire cosa c’è dietro i fatti per poterli rappresentare. La fotografia – clic! – quella la sanno fare tutti.”
Tiziano Terzani
10 Dic 2022 |
Nella diretta Instagram del 26 novembre, Toni ha parlato del workshop a Marettimo “The dreamers island”. WS dedicato principalmente ai fotografi di matrimonio.
Ha portato la sua conferenza “ispirazioni” che mette a confronto il suo lavoro (Carta stampata) e quella dei suoi ispiratori.
Poi ha fatto un workshop di 2 giorni.
Nei suoi workshop preferisce non scattare, per evitare che il suo modo di fare può essere scambiato per IL modo di fare il ritratto. Sia perché ogni volta è diversa, tutto cambia da persona a persona, sia perché il rischio è che i partecipanti diventino un’imitazione del fotografo che fa vedere. A Toni interessa sviluppare le capacità proprie dei partecipanti.
Digressione: è interessante anche “passare dall’altra” parte per sentire quello che il fotografo mi porta: quando mi prende in mano, quando mi lascia andare, quando mi sostiene da un punto di vista mentale, psicologico, so quando mi fa sentire bene, quando mi fa sentire bello, quando invece mi lascia da solo e non so più cosa fare.
Quando sei fotografo di matrimonio, una cosa è certa: non ti puoi permettere di perdere la foto. Quindi lui ha cercato di capovolgere un po’ la situazione, mettendoli nella condizione di perdere la fotografia, quindi dando la possibilità di fare uno scatto solo!
Non rincorrere continuamente l’idea del risultato. L’idea del “ce l’ho!”.
Siamo abituati a pensare il ritratto come qualcosa che viene preso.
Sensazione di frustrazione quando il soggetto non fa quello che tu vuoi. Ciò produce una sorta di mediocrità della fotografia di ritratto di oggi. La sensazione del “non succede granché” causato dal fotografo (ad esempio con atteggiamento predatorio). One shot, quindi, mette in discussione tutto questo.
L’idea di lasciar andare via la foto, di scattare solo quando si stabilisce un gioco, una connessione, vale mille scatti nel tentativo di portare a casa qualcosa.
La luce dovrebbe raccontare in un ritratto il 70-80% della sensazione di quello che sta avvenendo tra fotografo e soggetto. Il 20% che rimane, lo esprimerà il soggetto.
Non c’è una luce standard attraverso cui poi il soggetto si esprime.
La luce si misura in millimetri, quindi la luce non è sempre quella! L’impostazione potrebbe essere sempre quella, ma la cambiamo noi.
16 Apr 2022 |
- Conoscere chi e cosa fotografi. Da foto “di nascosto” a foto dichiarate, dopo aver parlato con le persone, dopo aver conosciuto le situazioni
- Fare i quaderni delle idee, ogni idea, un quaderno. Piano piano aggiungi e scrivi perché da quelle idee può nascere qualcosa di importante
- Sperimentare
- Ogni lavoro avrà il suo stile, adattare lo stile al messaggio che si vuole dare
- Un lavoro può nascere da un archivio di foto
- La condivisione è essenziale, lo scambio di idee, ascoltare il parere degli altri sui tuoi lavori
Idee tratte dal webinar FIAF “Dalla passione al percorso autoriale – Parte 2” del 17/3/22
2 Ott 2021 |
Non è fondamentale che la persona ritratta si riconosca nella fotografia, perché il fotografo lavora con un suo sguardo, con sua idea, con quello che prova rispetto al soggetto.
In una creazione artistica, che una persona si ritrovi o si piaccia, diventa assolutamente secondario, non per mancanza di rispetto, ma perché, come tutti i processi creativi, anche lo scatto fotografico è dotato di una propria autonomia.
E’ difficile scattare una fotografia?
Nel momento in cui si fanno scelte di composizione, impostazioni della fotocamera, scelgo la situazione e scatto, porto dentro a queste scelte tutto il mio bagaglio emotivo, culturale, tecnico, frutto di anni di lavoro, studio, ed esperienza.
Dentro ogni fotografia ci sono tutte le fotografie che ho visto prima, ci sono tutte le pitture che ho visto, tutta l’arte che ho visto, tutta la natura che ho visto, tutti i rapporti con le persone. Tutto questo è organizzato all’interno di uno scatto che per essere fatto ha bisogno poi di una tecnica […] che si esprime in tante cose che vanno dalla scelta del soggetto, alla composizione, alla scelta del colore, alla luce, al mio punto di vista, al momento in cui lo inquadro. Sono tanti gli elementi che confluiscono in una fotografia.
Riappropriamoci con la slow-art e la slow-photography dei tempi giusti per la visione e la contemplazione delle opere. Riappropriamoci del significato delle parole perché le parole determinano i nostri pensieri, definiscono i nostri sentimenti e danno anima a ciò che l’essere umano prova e pensa.
Appunti presi dal podcast Il processo creativo – Pittori Americani dell’Accademia Fiorentina di Patrizia Genovesi.