29 Ott 2022 |
Mi è capitato di ascoltare numerose storie di fotografi, e in tanti casi ho sentito di ex-informatici che hanno deciso di lasciare il lavoro per mettersi a fare i fotografi di professione.
Che sia un messaggio subliminale per me? :)
Non lo so, ma al momento vorrei tenere la fotografia come passione perché credo che la trasformazione in lavoro (e quindi magari essere condizionato nelle scelte e nell’agire da un committente) possa farle perdere una parte del suo fascino.
Al momento, la penso così :)
15 Ott 2022 |
Alcune delle frasi che ho letto alla mostra “Relationships” di Richard Avedon (Palazzo Reale, Milano) che vorrei condividere:
I miei ritratti riguardano più me stesso che le persone fotografate.
Se passa un giorno senza che io faccia qualcosa che riguardi la fotografia, sento di aver tralasciato qualcosa di fondamentale per la mia esistenza; come se avessi dimenticato di svegliarmi.
Penso che il fascino sia la la capacità di essere veramente interessati agli altri.
Spesso sento che le persone vengono da me per essere fotografate come andrebbero da un medico o da una cartomante: per sapere come stanno. Quindi dipendono da me. Devo coinvolgerli.”
Penso che tutta l’arte riguardi il controllo – l’incontro tra il controllo e l’incontrollabile.
Sono sempre le persone a stimolarmi. Quasi mai le idee.
Preferisco sempre lavorare in studio. Così i soggetti vengono isolati dal proprio contesto e diventano, in un certo senso… simboli di loro stessi.
Le mie fotografie non scendono sotto la superficie. Non scendono sotto nulla. Piuttosto, leggono la superficie. Ho molta fiducia nelle superfici. Una buona superficie è piena di indizi.
Le immagini di Avedon ci raccontano la loro storia senza ricorrere alle parole. Catturano un momento nel tempo eppure rimangono eterne.”