Ovviamente è un appunto per chi non si occupa soltanto di fotografia e l’ho trovato molto interessante.

Penso che ognuna di queste attività (insegnante, scrittore e fotografo) sostenga l’altra. Non potrei essere un buon fotografo o un bravo scrittore se dovessi lavorare 40 o 50 ore alla settimana come dipendente di un’azienda. Mi ucciderebbe. Sicuramente. Mi dispiace per le persone che invece sono schiave di questo sistema economico. Perdono la loro capacità di soddisfare la creatività insita in ogni essere umano. Forse non se ne pentono nell’immediato, ma finiranno per farlo.

Tratto da un articolo-intervista a Michael Sweet preso su fotografiastore.it (rif. AG_65).

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