Non si vede tutti allo stesso modo, ma secondo complesse e interessate modalità d’uso dello sguardo, della visione, della memoria visuale, dell’osservazione, delle pratiche di rappresentazione (di cui la fotografia è un esito). Il vedere non è un atto biologico, ma l’esito di un complesso lavoro di riconoscimento culturale.

[…]

In un punto assai particolare di intersezione prospettica, il fotografo vede, osserva, rappresenta, rielabora la sua rappresentazione tramite la memoria, la trasferisce nella prassi quotidiana.

Tratto dall’incontro: Strategie dell’occhio con Francesco Faeta, Fondazione Faraggiana. Per approfondire consiglio: https://youtu.be/TZXCiH8xrJI?si=QAUifKVJxoX1cUPQ

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