Qualche giorno fa mi è passato davanti un reel Instagram di Nausicaa Giulia Bianchi. Ha esposto un pensiero sulla post-produzione che è stato davvero interessante. Lo voglio riportare qui senza aggiungere altro:

Nausicaa, mostrando una foto di un paesaggio dice:

“[…] si scrive un po’ qual è la storia, a questo punto, conoscendo la propria storia, si inizia a marcare delle cose proprio sulla stampa, con un bel pennarello.
Per cui, ok, era una notte con dei pericoli? Bene, allora era una notte dove le ombre erano chiuse.
Era una notte, che ne so, d’estate? E allora ho bisogno di vedere che le foglie hanno dei piccoli punti dorati, perché è estate.
Era primavera, inizio primavera, magari era ancora freddo? E allora le mie foglie dovranno essere verdine perché sono appena nate perché inizio primavera.
Cos’è questa roba qua? (Indicando la scia di un aereo sulla foto) E’ la cometa di Gesù bambino o è un cretino aeroplano che stava passando là? Lo enfatizzo o lo de-enfatizzo?
Le nuvole nel cielo che c’erano quella notte erano minacciose perché domani piove, oppure no?
Cavolo, questa è una foto ma è fare letteratura! Fare la post è fare letteratura!!”

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