Appunti di fotografia [135] – Viaggi fotografici… da evitare!

Dopo aver visto una story Instagram in cui vengono fatti vedere dei monaci buddisti a cui viene dato il via per partire (verso un sentiero), dopodiché tutto il gruppo di fotografi comincia a scattare, sono inorridito! Un’altra story della stessa serie mostrava due monaci messi in posa (decisamente di proposito) mentre alcune persone erano appostate per fotografare. E infine un’altra con la scritta “shooting privato con i monaci”…

La story in questione è stata fatta da un ambassador di noti marchi inerenti la fotografia che non cito.

Mi sento solo di dire che trovo veramente di cattivo gusto questa modalità e invito tutte le persone a non scegliere questa tipologia di viaggi! Non sarete dei reportagisti in questo modo! Non pensate alle conseguenze che ci potrebbero essere sulle popolazioni? Non siate abbagliati dalla possibilità di fare “la foto figa” che prende like!!! Riflettete per favore!

Appunti di fotografia [89] – Un altro workshop di Toni Thorimbert… Siena

In quest’altra interessante diretta Instagram del 18 novembre, Toni Thorimbert ha parlato di un altro workshop che ha tenuto per Leica Akademie nella provincia di Siena alla fine di ottobre.
Non usa un approccio “io faccio e voi fate quello che faccio io”. Perché non vuole far passare che il SUO modo deve essere anche il TUO o quello di tutti. Ognuno vuole che ogni studente sviluppi la sua UNICA capacità di interagire con il soggetto.

– Lee Friedlander (anche in questo caso libro self-portrait. Il fotografo che afferma la sua presenza in quel luogo. Si creava un dittico con una foto di Lee e una dello studente).
Ogni immagine suona una nota. E’ stato interessante vedere che foto che somigliavano “strutturalmente” alla foto di Lee, spesso non erano della stessa nota della foto di Lee. Altre invece completavano la foto di Lee perfettamente, suonando molto bene.
– Avedon… foglio bianco e teatralità. Questa volta lui ha detto: io sono l’art director di un nuovo giornale di Leica. Voglio una copertina che descriva la connessione-relazione del fotografo con la sua Leica.

Al workshop ha lavorato molto anche sulla comunicazione non verbale.

Attenzione alla postura predatoria del fotografo!

– Lavori di Arnold Newman. Ritratto come progetto. Controllo totale dell’inquadratura. Ritratto non come istantanea ma come progetto. Capacità di ambientare il soggetto nello spazio. Ha mandato i partecipanti a fotografare degli sconosciuti. Creare un trittico: foto ambientata, primo piano e dettaglio. Quindi una sorta di narrazione. Ciò non è scontato. Gestire l’inquadratura in modo che ci siano informazioni sul soggetto e solo ciò che serve a caratterizzare l’ambiente, senza informazioni ridondanti e inutili.

– Araki. Vive una tale tragedia come la morte della moglie. Emozionante. Toni ha fatto un impaginato con una foto di Araki da una parte e una pagina bianca dall’altra. Erano 8. Tema “oscenità del male/dolore”.
Il tempo per fare il lavoro era qualche ora ma ha portato a ottimi risultati da parte dei partecipanti.

Appunti di fotografia [75] – Il bianco e nero, Marco Onofri

Su una story di Instagram veniva chiesto a Marco Onofri: “Perché utilizzare il bianco e nero? C’è un motivo specifico?”

Vorrei riportare la sua risposta:

Il bianco e nero toglie informazioni inutili e aiuta a porre più attenzione allo sguardo, ai volumi, al peso delle ombre. Se fotografo una persona con occhi azzurri, una maglia rossa, guarderai sempre il colore e non il resto della foto. Il bianco e nero toglie per poi restituire molto di più!