2 Nov 2023 |
Se cercate il miglior kit per la pulizia del vostro sensore full frame siete nel posto giusto!
Una doverosa premessa: non mi assumo la responsabilità in caso di danni al vostro sensore o alla vostra fotocamera. Se decidete di procedere in autonomia con la pulizia del sensore, lo fate a vostro rischio e pericolo! Se non siete sicuri o se avete qualche dubbio, rivolgetevi a un centro specializzato!
Detto questo, vi confesso che io ho sempre fatto in autonomia la pulizia del sensore, ovviamente prestando l’assoluta attenzione a tutto quello che stavo facendo.
Metterò qui di seguito:
- Il materiale per pulire la fotocamera e il sensore.
- I passi che svolgo per pulire il sensore.
- Il metodo per verificare se il sensore è ancora sporco.
Materiale utilizzato (il miglior kit di pulizia del sensore, secondo me)
Ecco qui di seguito il miglior kit di pulizia del sensore, secondo me:
Ho scelto tutti prodotti K&F Concept non perché io sia affiliato con loro ma perché la reputo un’azienda che fa prodotti molto validi (come filtri, adattatori, zaini e altri accessori) e, anche in questo caso, valutati molto bene.
Ho visto che hanno un nuovo prodotto che fa da penna/pennellino da una parte e da tampone dall’altra:
https://amzn.to/3SHfZ8n. Personalmente credo che, pur essendo valutato molto bene, usare lo stesso strumento per spolverare e poi per pulire il sensore potrebbe essere veicolo di polvere (il pennellino, anche se chiuso, sarebbe sulla parte alta della “penna” mentre si usa il tampone).
Passi che svolgo per la pulizia del sensore
Come pulisco il sensore della mia mirrorless:
- Pulisco l’esterno della fotocamera e dell’obiettivo utilizzando prima il pennellino e poi la pompetta. Lo faccio in un luogo differente da quello in cui poi pulirò il sensore (questo per non rischiare di rilasciare polvere nel luogo in cui opererò successivamente). N.B.: questa non dovrà essere una pulizia accurata, mi serve solo per rimuovere polvere o sporcizia che potrebbe andare sul sensore maneggiando la fotocamera durante le fasi di pulizia.
- Mi assicuro che il luogo e il ripiano in cui sto operando sia il più possibile esente da polvere.
- Uso la funzione di autopulizia della fotocamera (quella che fa vibrare il sensore): ci provo sempre, ma, purtroppo, il 100% delle volte non ha mai tolto niente, nemmeno la polvere apparentemente più semplice da rimuovere. Lo faccio sempre nella speranza che qualcosa prima o poi cambi, ma è sempre stato inutile.
Verifico tramite la procedura descritta sotto la presenza/assenza di sporcizia. Nel caso, proseguire con gli altri punti (io proseguo sempre).
- Alcuni modelli di fotocamere non hanno subito il sensore in vista, per questo motivo bisogna attivare una funzione della fotocamera che permette di esporre il sensore.
- Tenendo la fotocamera rivolta verso il basso, posso rimuovere l’obiettivo.
- Soffio, con la pompetta, sul sensore accuratamente e molte volte (una decina). Attenzione: non farlo MAI con la bocca e MAI con l’aria compressa!
Verifico sempre tramite la procedura descritta sotto la presenza/assenza di sporcizia. Nel caso, proseguire con la lettura.
- (Opzionale) Se la tua fotocamera necessita di restare accesa durante la procedura di pulizia del sensore, disabilita la stabilizzazione del sensore e assicurati che la batteria sia carica.
- A questo punto, rivolgo il sensore verso l’alto (in questo caso devo guardare quello che faccio), prendo un tampone (vedi il kit descritto nel paragrafo precedente) facendo attenzione a non toccare la parte bianca con le mani, e faccio prima una passata (una leggera pressione, non premete troppo!) sul sensore partendo dal bordo sinistro a quello destro, inclinando il manico verso destra, e poi una seconda passata sul sensore partendo dal bordo destro a quello sinistro, inclinando il manico verso sinistra.
Due note a riguardo:
- Probabilmente noterete che il tampone è leggermente più piccolo del sensore, per questo motivo do la prima passata “costeggiando” il bordo inferiore del sensore e la seconda passata “costeggiando” il bordo superiore.
- C’è chi sostiene che la seconda passata potrebbe riportare la polvere (portata precedentemente da sinistra a destra) nuovamente verso l’interno. Per questo motivo danno due passate da sinistra a destra girando però il tampone per utilizzare l’altro profilo. Personalmente non ho riscontrato problemi con entrambe le soluzioni. Vi direi di fare come preferite.
- Verifico ancora tramite la procedura descritta sotto la presenza/assenza di sporcizia. Nel caso, proseguire con gli altri punti (io proseguo sempre).
- (Il passo a cui bisogna prestare più attenzione) Solitamente non mi è servito proseguire, ma ecco anche l’ultimo punto che è fondamentalmente il passo precedente ma da effettuare con un NUOVO tampone (non si usa due volte lo stesso tampone!) a cui si applicano due gocce del liquido di pulizia; devono essere due gocce totali (non un litro!), messe ad es. a circa un terzo e due terzi della lunghezza del bordo del tampone, per fare espandere uniformemente il liquido. Attenzione: non mettere il liquido direttamente sul sensore!!
Solo se si notano degli aloni o delle striature, ripetere il processo dopo qualche minuto, con meno liquido.
Metodo per verificare se il sensore è sporco
- Utilizzo un obiettivo intorno ai 24-30mm
- Metto sul computer un’immagine totalmente bianca o utilizzo una parete bianca o il cielo che userete come soggetto della fotografia.
- Imposto un diaframma molto chiuso (es. f/11 – f/16 – f/22)
- Imposto ISO 100
- Metto fuori fuoco (ad es. a infinito)
- Aggiusto i tempi in modo che l’immagine sia chiara ma non bruciata. L’ideale è usare un tempo abbastanza lungo (es. intorno a 1 secondo)
- Disabilito la stabilizzazione
- Inquadro il PC o il muro
- Muovo leggermente la camera quando scatto per localizzare ancora meglio la sporcizia
- Verifico sulla fotografia (meglio se usando il PC) se sono presenti macchie o linee causate da polvere o aloni.
Link
12 Ott 2023 |
Una bella domanda ricorrente che leggo sui gruppi di fotografia è: devo andare a fare un safari in Africa / Kenya / Tanzania / Sudafrica,… qual è il miglior obiettivo che posso portare?
Ah, no, dimenticavo due premesse:
- Dopo tutto lo spiegone teorico, in fondo ho scritto l’attrezzatura che ho portato io nel mio viaggio fotografico in Sudafrica e ancora dopo il mio obiettivo “best buy”, quello che consiglio e alcune alternative. Se ti interessa prendere spunto, dagli un’occhiata.
- Gli obiettivi che cito sono di casa Sony perché il mio corredo è Sony, ma se hai altre marche puoi guardare benissimo la focale dei miei obiettivi e cercare quello che fa al caso tuo.
Ma partiamo a bomba. :)
Non mi stancherò mai di dire che:
l’obiettivo non dipende dal luogo, dipende dal proprio obiettivo.
Con questo gioco di parole voglio dare un insegnamento (quello che avrei voluto io quando ho iniziato a studiare fotografia), cioè che dovete prima di tutto chiedervi qual è il vostro obiettivo, il vostro scopo comunicativo, il messaggio che volete dare con la vostra fotografia, con il vostro linguaggio. E solo dopo, in base a questo, avviene la scelta dell’obiettivo fotografico da portare in un viaggio, qualsiasi esso sia.
Poi, ormai, “purtroppo”, aggiungerei, i safari sono diventati talmente “invadenti” che si arriva a pochissimi metri dagli animali, ma non tutti. Infatti ci sono animali che tengono più le distanze e altri che vi arrivano a pochi metri. Pertanto capirete anche voi che è difficile per qualsiasi super esperto di fotografia rispondere a questa domanda. Ci possono essere situazioni differenti l’una dall’altra.
La stragrande maggioranza delle persone che si permette di dare consigli, vi dirà quale, secondo lui, è obiettivo migliore ma sottintendendo che è stato il migliore per il proprio tipo di fotografia e proprio scopo (sempre se ne avevano uno). Volete imitare o dire la vostra?
Fatte queste considerazioni e premesse, passo a dare altri spunti utili:
Durante un safari sconsiglio il cambio obiettivo. Si viaggia solitamente in jeep, si fanno pezzi su sterrato poi ci si ferma e si guarda/fotografa e spesso non si ha molto tempo perché gli animali possono anche scappare o allontanarsi. Un cambio obiettivo dovrebbe essere molto veloce e il rischio di fare entrare polvere (che avete anche solo sui vestiti) è molto alto. Io l’ho fatto solo una volta, rischiando un po’ e poi una volta a casa si va di pompetta… ma, ripeto, non lo consiglio.
La morale è che l’ideale, secondo me, è avere dietro due corpi, magari uno con un’ottica lunga e uno con un’ottica corta, in modo da gestire bene situazioni diverse.
Vi riporto di seguito alcune situazioni davanti alle quali vi potreste trovare:
- Una giraffa molto vicina a voi. Ecco, in questo caso avrete bisogno ad esempio di un 24-70mm e di sicuro non la prenderete interamente se avete montato ad esempio un 100-400mm (potreste essere troppo stretti addirittura con un 70-200mm). Cosa fare quindi? Approfittate per fare un bel ritratto stretto, o giocate con i pattern del pelo, o prendete i dettagli (collo, coda, zampe, lingua,…).
- Un branco di elefanti lontani. In questo caso un 24-70mm e forse anche un 70-200mm potrebbero non bastare per riuscire a raggrupparli tutti in un frame. Potete approfittarne per fare un paesaggio ambientato, magari se siete anche al tramonto, oppure giocate con la vastità degli spazi.
- Un uccello su un albero o un ippopotamo in lontananza nel fiume. Con 400mm potreste essere corti. In questo caso 600-800mm potrebbero fare al caso vostro, ma se non l’avete, potete usare un moltiplicatore 1,4x o 2x per allungare l’ottica che avete già (70-200mm o 100-400mm ad esempio).
Quando hai un soggetto davanti, e questo vale per le persone tanto quanto per gli animali, puoi andargli vicino (nei limiti del concesso) con un grandangolo, lontano con un grandangolo, vicino con un tele, lontano con un tele, cosa c’è dietro? cosa c’è davanti? Cosa escludo, cosa includo, cosa mi piace? Un dettaglio, una luce, l’interezza, i colori, la texture, i pattern e ancora, il movimento, la staticità, la fierezza, l’abbandono, la paura, la forza, lo sbadiglio, i denti, la lingua, gli occhi, l’uccellino sulla schiena, il volo, l’atterraggio,… potrei andare avanti ore…
Quindi cerca il tuo scopo, usa il tuo linguaggio e metticelo in quella fotografia che non dovrà essere come lo scattino che fai al gattino in casa con il cellulare al volo, ma dovrà essere qualcosa che meriti di essere mostrata al mondo.
In conclusione qualsiasi obiettivo che deciderai di portarti potrà essere il migliore o il peggiore per le diverse situazioni che ti troverai davanti, per il raggiungimento del tuo scopo. Prova a dare il meglio con quello che hai e, nel caso, a trovare uno scopo anche quando quello che hai, a prima vista, non è giusto.
Cosa ho portato nel mio viaggio fotografico in Sudafrica?
Ecco la mia attrezzatura che non ho comprato apposta ma che avevo già. In alcune situazioni si è rilevata ottima, in altre mi sono dovuto accontentare e adattare. Ho scritto accanto alcuni commenti.
Corpo macchina
- Sony Alpha 7 III (ILCE-7M3) – Avrei tanto voluto avere un altro corpo per gestire più situazioni contemporaneamente ed evitare i cambi obiettivo. Se ne avete la possibilità, portatene due. Magari un corpo APS-C per sfruttare il fattore 1.5x.
Obiettivi
- Sony FE 100-400 mm f/4.5-5.6 GM (SEL100400GM) – Secondo me il miglior obiettivo da safari. Sicuramente gestisce egregiamente la maggior parte delle situazioni.
- Sony FE 70-200 f/2.8 GM (SEL70200GM) – Ora c’è la versione aggiornata: Sony FE 70-200 f/2.8 GM2 (SEL70200GM2). Utile in molte situazioni in caso di animali vicini. Avrei voluto avere lui in un secondo corpo macchina. Non adorando i cambi obiettivo ho spesso deciso di tenere il 100-400mm.
- Teleconverter 1.4X SEL14TC – Usato in accoppiata al 100-400mm. Mi ha permesso di andare un passettino più lontano.
- Teleconverter 2X SEL20TC – Perdere due stop e l’evitare di fare tanti cambi obiettivo, mi ha fatto preferire l’1.4x. Il 2x l’ho usato raramente. Sicuramente agganciato ad un obiettivo come il 70-200mm f/2.8 non ti fa salire troppo con gli iso come con il 100-400mm.
- Sony FE 16-35 mm f/2.8 GM (SEL1635GM) – Usato fondamentalmente per la via lattea, per qualche paesaggio a largo campo e qualche fotografia di gruppo.
- Sony Zeiss Planar T* FE 50mm F1.4 ZA (SEL50F14Z) – Usato solo per una fotografia più stretta della via lattea e per alcuni ritratti. Obiettivo per niente indispensabile in un comune safari.
Schede di memoria
Cosa mi è mancato?
Forse un monopiede per alleviare il peso.
Quindi? Il miglior obiettivo full frame per safari?
Te lo voglio ripetere, per i miei scopi e in base alla mia esperienza, su corpi full frame, se dovessi scegliere solo un obiettivo da portare dietro, la focale 100-400mm a mio avviso è il miglior compromesso, magari abbinato ad un moltiplicatore 1.4X (che lo trasforma in 140-560 mm). Se il vostro scopo è guardare in faccia gli animali credo che sia la soluzione ottimale. Poi non è troppo pesante e troppo lungo (fisicamente).
Alternative?
- 200-600 mm / 150-600 mm / 150-500 mm
- Perché si: va più lontano, non c’è dubbio. Per molti animali potrebbe essere la scelta migliore anche perché qualitativamente (parlo del Sony), oltre i 400mm, è meglio del 100-400 moltiplicato (da alcuni test che ho visto).
- Perché no: In molte situazioni, a 150-200 mm potresti essere troppo lungo. Poi, rispetto il 100-400, in generale sono obiettivi più grossi, più pesanti e più lungi. Devi fare i conti con i bagagli a mano che sono sempre più piccoli…
- 70-200 mm f/2.8 + 2x
- Perché si: avresti un 140-400 mm
- Perché no: se sei un maniaco della nitidezza, quel 2x te ne fa perdere un po’. Perdi due stop di luce. In alcune occasioni a 400 mm sei troppo corto.
- 400 mm / 600 mm
- Perché si: si parla di obiettivi fissi pazzeschi e impegnativi. Sicuramente avrete degli sfocati invidiabili e ottimi stacchi tra i piani.
- Perché no: tralasciando l’impegno economico di questi obiettivi, potreste essere troppo lunghi e troppo corti in molte occasioni, ma se avete un mezzo di trasporto autonomo che vi faccia da “zoom”, beh, allora sono perfetti.
Qualche link per chi ha Sony
E se avessi due corpi (FF)?
Eh eh… qui la storia si complica. Dipende sempre dai vostri scopi ma si potrebbero fare un po’ di incastri:
- 70-200 e 100-400(+1.4x)
- 70-200 e 200-600/150-600
- 24-70 e 100-400(+1.4x)
- 24-70 e 200-600/150-600
Magari vi state chiedendo “e com’è che ora compare il 24-70?”. La risposta è semplice: in un safari, per quello che voglio fare io, copre meno casistiche di un 100-400, ma resta un obiettivo che vi permetterebbe di fotografare gli animali troppo vicini, di fare degli “ambientati” o in generale dei paesaggi, e non avrete problemi a prendere le giraffe, vicine, intere. :)
E il miglior obiettivo APS-C per Safari?
Anche in questo caso le soluzioni potrebbero essere diverse (valutate anche i costi e/o gli obiettivi che possedete già), ma probabilmente farei cadere la mia scelta sul:
70-200 mm f/2.8 da FF (quindi semplificando avrete un 105-300 mm). Sarete più corti rispetto un 100-400, ma sicuramente sfrutterete la maggiore luce per abbassare i tempi e/o diminuire gli ISO. In questi contesti i tempi saranno molto bassi e la penalizzazione che avrete su APS-C di circa uno stop rispetto FF la potrete recuperare in questo modo.
Alternative?
In generale vale quanto detto per le ottiche full frame. State sulle stesse lunghezze focali considerando il fattore di moltiplicazione 1.5x. Alle alternative FF sopra citate, aggiungete ovviamente il 100-400 mm da FF che avevo inserito come mio best buy (sfruttando il fattore 1,5x delle APS-C, “otterrete”, passatemi la semplificazione, un 150-600 mm). Sarete lunghetti, ma i primi piani saranno assicurati.
Alternative low cost per APS-C?
Lo spendere il meno possibile è spesso un fattore caratterizzante e allora ecco le mie scelte low cost (prezzo indicativo tra parentesi)… Faccio alcuni esempi per Sony, ma quasi sicuramente avete alternative del vostro marchio preferito:
Ovviamente potete usare anche tutti gli obiettivi FF, tra cui il low cost e già citato sopra:
Tamron 70-300 mm F/4.5-6.3 Di III RXD (circa 450 €)
30 Set 2023 |
Premessa IMPORTANTISSIMA: non c’è un modo standard per fare i ritratti. Ogni azione che si compie o che non si compie ha uno scopo. Non c’è la ricettina pronta. Quanto segue è un approccio a un certo tipo di ritratto e per raggiungere un certo tipo di scopo.
Non è di certo l’unico ingrediente da usare, ma trovo che sia forse il migliore ingrediente per la buona riuscita di un ritratto (tenendo ben presente quanto scritto sopra):
Mostrate al soggetto uno sguardo accogliente, rassicurante e sincero, concederete al soggetto la libertà di esprimersi, con la stessa sincerità e accoglienza.