Appunti di fotografia [128] – Due approcci al ritratto
Vorrei indicare in questi appunti due tipi di approccio al ritratto. Non c’è quello giusto o quello sbagliato, c’è quello che vi appartiene o quello che decidete di attuare seguendo una motivazione. Ce ne sono anche altri, ma al momento voglio descrivere questi:
Il primo è un approccio in cui il fotografo è completamente ricettivo, pronto a essere invaso dalla persona che ha di fronte. Non verrà fuori il suo io, non sarà un’evidenziazione della propria arte. Potrebbe sembrare quasi un approccio documentaristico da parte del fotografo. Un approccio in cui la direzionalità è quasi totalmente dal fotografato al fotografo. Fotografare grazie al non fare. Lasciare spazio al fotografato di mostrare quello che è. Questa non sarà una fotografia “presa” ma una fotografia “data”. Alcuni fotografi restano quasi totalmente in silenzio. Potrebbe sembrare quasi una fototessera, anche se in realtà non lo è, perché la presenza del fotografo è fondamentale.
Il secondo è un approccio completamente opposto, che si potrebbe definire quasi come un autoritratto del fotografo. Il fotografo potrebbe cercare qualcosa di sé nel fotografato, probabilmente una sua mancanza. Quella ricerca fatta con lo sguardo, con le proprie motivazioni interiori, ma anche con il dialogo che porta fotografato e fotografo da qualche parte. C’è anche la voglia di parlare di sé tramite il fotografato, aiutarsi tramite il fotografato a comunicare qualcosa che si ha dentro. Questo viaggio mostra tanto del fotografo, lo fa esporre tanto quanto il fotografato. La totale apertura del fotografo genera nel fotografato altrettanta apertura. Il fotografo si rivela, si espone. Il ritratto nasce quindi dal mettersi in gioco fino in fondo, dal lasciarsi guardare, dal prendersi il rischio di esporsi. E questo vale per entrambe le parti.
Personalmente mi sento più vicino a questo secondo approccio. Vedo il ritratto come un percorso che si fa insieme al fotografato. Uno scambio paritario di sensazioni, un dialogo anche senza parole, un incontro, un’esperienza bidirezionale che porterà al ritratto.