Appunti di fotografia [105] – Il ritratto come il ballo

Eh, si, ho un passato da ballerino, atleta, competitore. Ed è proprio da quel mondo che mi è venuta in mente questa similitudine:

Nel ritratto, ogni incontro è differente, ed è un po’ come quando ballavo: non sai mai come sarà il ballo con chi hai di fronte, non sai se riuscirai a condurre bene e non sai come si comporterà la ballerina, ma l’unica cosa certa è che metterai il massimo impegno per avere la giusta connessione.

Gabriele

Appunti di fotografia [92] – Toni Thorimbert a Marettimo

Nella diretta Instagram del 26 novembre, Toni ha parlato del workshop a Marettimo “The dreamers island”. WS dedicato principalmente ai fotografi di matrimonio.
Ha portato la sua conferenza “ispirazioni” che mette a confronto il suo lavoro (Carta stampata) e quella dei suoi ispiratori.
Poi ha fatto un workshop di 2 giorni.
Nei suoi workshop preferisce non scattare, per evitare che il suo modo di fare può essere scambiato per IL modo di fare il ritratto. Sia perché ogni volta è diversa, tutto cambia da persona a persona, sia perché il rischio è che i partecipanti diventino un’imitazione del fotografo che fa vedere. A Toni interessa sviluppare le capacità proprie dei partecipanti.

Digressione: è interessante anche “passare dall’altra” parte per sentire quello che il fotografo mi porta: quando mi prende in mano, quando mi lascia andare, quando mi sostiene da un punto di vista mentale, psicologico, so quando mi fa sentire bene, quando mi fa sentire bello, quando invece mi lascia da solo e non so più cosa fare.

Quando sei fotografo di matrimonio, una cosa è certa: non ti puoi permettere di perdere la foto. Quindi lui ha cercato di capovolgere un po’ la situazione, mettendoli nella condizione di perdere la fotografia, quindi dando la possibilità di fare uno scatto solo!
Non rincorrere continuamente l’idea del risultato. L’idea del “ce l’ho!”.

Siamo abituati a pensare il ritratto come qualcosa che viene preso.
Sensazione di frustrazione quando il soggetto non fa quello che tu vuoi. Ciò produce una sorta di mediocrità della fotografia di ritratto di oggi. La sensazione del “non succede granché” causato dal fotografo (ad esempio con atteggiamento predatorio). One shot, quindi, mette in discussione tutto questo.

L’idea di lasciar andare via la foto, di scattare solo quando si stabilisce un gioco, una connessione, vale mille scatti nel tentativo di portare a casa qualcosa.

La luce dovrebbe raccontare in un ritratto il 70-80% della sensazione di quello che sta avvenendo tra fotografo e soggetto. Il 20% che rimane, lo esprimerà il soggetto.
Non c’è una luce standard attraverso cui poi il soggetto si esprime.
La luce si misura in millimetri, quindi la luce non è sempre quella! L’impostazione potrebbe essere sempre quella, ma la cambiamo noi.

Appunti di fotografia [18] – Il rischio nel ritratto

Perché mi stai fotografando?
Cosa davvero ti ha colpito di me?

Quando tu vuoi fare una buona fotografia e vuoi farla davvero…. devi essere disposto a sbagliarle tutte!
Devi rischiare tanto da non essere sicuro di portare a casa il risultato!
Voglio una foto in cui tu rischi e fai rischiare anche me. In cui il nostro rapporto è un rapporto perché in qualche modo entriamo in connessione.

Per migliorare non solo hai bisogno di trovare un mentore, ma qualcuno che abbia i tuoi stessi valori, che sappia comprendere le tue esigenze e che anche forse ti aiuti a demolirti un po’, ma solo per ricostruirti migliore di prima.

Appunti presi da: https://youtu.be/g18HGWo6NFc, Michael Bertolasi e Toni Thorimbert.

Nuova connessione alla rete locale?

Dopo l’installazione di una fotocamera USB vi è comparsa una nuova connessione alla rete locale (LAN) con velocità 30 Mbps e uno “strano” IP come “0.1.0.4”, non vi allarmate e leggete:

https://support.microsoft.com/it-it/kb/303302

Basta riavviare il computer per non vederla più.