4 Mar 2023 |
Ogni volta che ascolto Toni Thorinbert parlare di fotografia, è un’esperienza! Credo sia uno dei maestri di fotografia italiani contemporanei più preparati e più coinvolgenti in assoluto.
La sua diretta Instagram del 17 febbraio 2022 è stata illuminante e non sono riuscito a non prendere appunti.
Ha parlato del cavalletto, del quando e del perché utilizzarlo, prendendo come riferimento il fotografo Arnold Newman e i suoi lavori.
Il cavalletto.
È un bell’aiuto, quando necessario.
Ad esempio in un ritratto ambientato, quando nei bordi dell’inquadratura devono esserci “cose” che devono apparire nell’immagine.
Cavalletto utile per un’immagine progettata attentamente.
Il cavalletto aiuta a stabilire un territorio ben delimitato in cui si svolge l’azione.
Dopo avere aggiustato tutto il contesto il fotografo si può dedicare completamente al soggetto.
E il soggetto stesso si sente libero di esprimersi nel migliore dei modi.
Newman ha una precisione maniacale per il contesto.
Si crea una foto “letteraria”, che è al pari di un romanzo, che dalla prima all’ultima parola descrive una persona in un ambiente. Ma lo definisce millimetricamente.
Ciò è in contrasto un po’ con quello che sta accadendo adesso con la fotografia che viene fatta “un tanto al chilo”.
E’ necessaria l’attenzione al dettaglio. Nella fotografia ambientata, ogni cosa che tu includi in quel rettangolino deve dire qualcosa di sensato su quella persona, su quello spazio, e trovare una sua armonia di racconto. E il cavalletto in questo è fondamentale.
Usare il cavalletto può essere di grande aiuto anche quando non lo usi. Ovvero, questo progettare nei minimi dettagli la scena, ti aiuta quando usi il cavalletto ma ti aiuta enormemente quando non lo usarai.
E’ sbagliato ritagliare? No, ma vuol dire che non stiamo avendo l’esatto controllo dell’inquadratura, di ciò che c’è e di ciò che non c’è.
Ciò potrebbe non essere un grosso problema in caso di ritaglio, diventa un problema se non c’è quello che realmente volevamo ci fosse.
Bisogna avere quindi consapevolezza di quello che stiamo facendo, avere i mezzi giusti, comodi o no, sbattimento, peso o no, che ci consentono di fare la differenza in termini di risultato ma soprattutto di esperienze: esperienza propria come fotografo, quindi di proiezione di un’immagine alla quale noi siamo perfettamente collegati, ed esperienza intesa come soddisfazione del nostro soggetto che si sente inserito in un territorio sicuro, dedicato a lui e raccontato nel migliore dei modi.
24 Dic 2022 |
Fotografa come se ogni fotografia fosse la tua più importante.
Non scattare molto.
Ricerca sguardi, gesti.
Ogni fotografia è un passo solido verso il trovarsi.
La differenza tra un novizio e il maestro? Il primo crede che sia solo un dettaglio, il secondo lo sa e proprio per questo ne comprende l’importanza immensa.
Imparare, sempre.
Dato che do sempre a Cesare quel che è di Cesare, nonostante queste affermazioni le ho sempre sostenute anch’io, le ho tratte dalla newsletter del 5 dicembre 2022 di Michael Bertolasi che ha osservato Toni Thorimbert in azione durante uno shooting per Ricordi Stampati.
17 Dic 2022 |
Nella story Instagram del 3 dicembre Toni parla del progetto Ricordi Stampati.
Agli inizi, quando facevano un ritratto, lo pensavano per i giornali, non per la persona ritratta. All’inizio della carriera negli anni 80 non c’era il diritto di “veto” sul ritratto che ti facevano.
Toni nasce nel periodo dell’idea che il ritratto non deve piacere alla persona ritratta. Un pensiero figlio un po’ di Avedon che tendeva a tirar fuori degli aspetti che potevano non piacere. Più o meno anche Irving Penn.
Passando a Ricordi Stampati, 5-6 anni fa, Settimio Benedusi aveva allestito una tenda di Ricordi Stampati in un mercato. All’epoca poteva essere una foto A4 a 50 Euro.
Qualcuno entrava a farsi fare un ritratto.
Più avanti si allestì un temporary store, sponsorizzato da HP. Quindi essendo fotografie gratis, la fila fuori era di gente comune che desiderava farsi un ritratto.
L’idea quindi di tornare a un ricordo stampato (identità, ricordo, per sempre,…) in un’epoca digitale, è stata, in sostanza, un’innovazione.
Un giorno del 2019, Settimio propone a Toni e Greta di fare Ricordi a Firenze.
Allora andarono a fare Ricordi al mercato centrale. Però, contrariamente al sopralluogo fatto mesi prima, a dicembre si moriva di freddo e fu un po’ il posto sbagliato al momento sbagliato. :) Si è partiti malissimo, non funzionava, si provava a fare foto agli amici sperando diffondessero il verbo. Poi quando stava per finire, sono esplose le richieste. Verso Natale, regali,… insomma, ha funzionato! Avevano così tanto lavoro da non sapere più dove stampare. :)
Paragone con il cibo: puoi mangiare per sfamarti con poco, o arrivare a un ristorante stellato. C’è un percorso di cura, di qualità,… che trasforma la cucina in un’esperienza. Differenza tra cucinare per sfamarsi o per raccontarti una storia.
La stessa cosa vale con i ritratti.
10 Dic 2022 |
Nella diretta Instagram del 26 novembre, Toni ha parlato del workshop a Marettimo “The dreamers island”. WS dedicato principalmente ai fotografi di matrimonio.
Ha portato la sua conferenza “ispirazioni” che mette a confronto il suo lavoro (Carta stampata) e quella dei suoi ispiratori.
Poi ha fatto un workshop di 2 giorni.
Nei suoi workshop preferisce non scattare, per evitare che il suo modo di fare può essere scambiato per IL modo di fare il ritratto. Sia perché ogni volta è diversa, tutto cambia da persona a persona, sia perché il rischio è che i partecipanti diventino un’imitazione del fotografo che fa vedere. A Toni interessa sviluppare le capacità proprie dei partecipanti.
Digressione: è interessante anche “passare dall’altra” parte per sentire quello che il fotografo mi porta: quando mi prende in mano, quando mi lascia andare, quando mi sostiene da un punto di vista mentale, psicologico, so quando mi fa sentire bene, quando mi fa sentire bello, quando invece mi lascia da solo e non so più cosa fare.
Quando sei fotografo di matrimonio, una cosa è certa: non ti puoi permettere di perdere la foto. Quindi lui ha cercato di capovolgere un po’ la situazione, mettendoli nella condizione di perdere la fotografia, quindi dando la possibilità di fare uno scatto solo!
Non rincorrere continuamente l’idea del risultato. L’idea del “ce l’ho!”.
Siamo abituati a pensare il ritratto come qualcosa che viene preso.
Sensazione di frustrazione quando il soggetto non fa quello che tu vuoi. Ciò produce una sorta di mediocrità della fotografia di ritratto di oggi. La sensazione del “non succede granché” causato dal fotografo (ad esempio con atteggiamento predatorio). One shot, quindi, mette in discussione tutto questo.
L’idea di lasciar andare via la foto, di scattare solo quando si stabilisce un gioco, una connessione, vale mille scatti nel tentativo di portare a casa qualcosa.
La luce dovrebbe raccontare in un ritratto il 70-80% della sensazione di quello che sta avvenendo tra fotografo e soggetto. Il 20% che rimane, lo esprimerà il soggetto.
Non c’è una luce standard attraverso cui poi il soggetto si esprime.
La luce si misura in millimetri, quindi la luce non è sempre quella! L’impostazione potrebbe essere sempre quella, ma la cambiamo noi.
12 Nov 2022 |
In una interessante diretta Instagram Toni Thorimbert ha parlato del suo workshop Body Language, degli autori (fotografi) su cui hanno lavorato e sull’atteggiamento del fotografo:
– Lee Friedlander (libro self-portrait. Noi siamo sempre nell’immagine. Il fotografo capisce dov’è nel mondo. Lee racconta l’America attraverso la sua presenza nelle immagini. Il proprio agire verso il mondo)
– Edward Quinn (capacità di cogliere il legame, lo spazio emotivo tra le persone, le sfumature delle relazioni tra gli altri che diventano tangibili nei suoi lavori. Il fotografo diventa testimone di una relazione. Andare in giro nei bar,… Cogliere l’intensità del legame tra gli altri)
– Araki (l’oscenità del dolore. L’agonia sulla perdita della moglie. Foto della morte, malinconia,… Fotografo notturno. Esplorare la notte. Intima, mistero, oscuro)
– Avedon (l’Avedon del fondo bianco. Senza oggetti, tu e io. Linguaggio del corpo. Anche il fotografo ha un corpo. Fare un ritratto senza parlare. Agire tu per primo)
– Arthur Tress (Inconscio. Un’immagine più interiore. Emozioni dal mondo dei sogni. Usare il mondo reale per parlare di quello che hai dentro)
– Ren Hang (Con l’aiuto di due modelle. Usare il corpo per stabilire nuovi linguaggi. Astrazioni. Ren mostra tutto. Intrecci, rapporto del corpo con la natura)
Tutto molto interessante per la pratica del ritratto!