A me mi…
Oggi in treno ho sentito una ragazza (di circa 20 anni) che diceva:
“[…] dire “a me mi” ormai è diventato corretto. E’ un rafforzativo. […]”.
Ogni commento è superfluo :)
Oggi in treno ho sentito una ragazza (di circa 20 anni) che diceva:
“[…] dire “a me mi” ormai è diventato corretto. E’ un rafforzativo. […]”.
Ogni commento è superfluo :)
Mi sto accorgendo che molte parole della lingua italiana che prima erano considerate scorrette ora stanno entrando nei dizionari (ho visto qualcosa anche sul “De Mauro” online) e nel parlare quotidiano. Sinceramente non mi piace molto la direzione che si sta prendendo forse perché sono troppo pignolo o forse perché ho avuto una …..issima prof.sa al liceo… :)
Vi copio e incollo la definizione dal dizionario “Fernando Palazzi” del 1952 di mio papà che mi fa sorridere: mollìca (e non mòllica come erroneamente dicono in certe regioni) la midolla del pane, perché è molle.
Sempre dal Palazzi: rubrìca (e non rùbrica come molti erroneam. pronunziano).
Si dice “guaìna” (e qui devo ringraziare anche il mio prof. di Reti Fisse e Mobili).
Dire in una frase “mentre invece” è sbagliato, sono due congiunzioni avversative-oppositive! Scegli: o “mentre” o “invece“.
“liquirizia“.
Quando volete dire che in università o al lavoro andate a fare uno “stage” (tirocinio), dovete pronunciarlo alla francese. Perché stage in inglese significa solo “palcoscenico” e non ha nessun significato che si avvicina alla traduzione italiana “tirocinio”. La traduzione inglese per tirocinio è internship.
Dire “a prescindere” senza dire “a prescindere da che cosa” è sbagliato.
Si dice “occhiale” o “occhiali“?
“occhiali“! Ma ormai lo sbagliano anche molti ottici e oculisti.
Se avete dubbi o correzioni opportunamente documentate, scrivetemi pure.